lunedì 18 maggio 2015

Recensione: The Maze Runner - Il Labirinto di James Dashner


                
TITOLO: The Maze Runner - Il Labirinto
AUTORE: James Dashner
PUBBLICAZIONE:2014
EDITORE: Fanucci
PAGINE:432
TRAMA


Quando Thomas si sveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, nè alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L'unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai Custodi nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l'ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce un giorno, quando - senza che nessuno se lo aspettasse- arriva una ragazza. E' la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sè a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di altri mezzi visibili di fuga, il Labirinto sembra essere l'unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.



Bentornati lettori, oggi ci occupiamo di The Maze Runner, ormai conosciuto per l'acclamata uscita cinematografica. Lo avete letto? O avete già guardato il film? Io ho fatto il madornale errore di vedere prima il film e poi leggere il romanzo. Soffro. Lo so, lo so non si fanno queste blasfemie! Ecco cosa ne penso del romanzo! Partiamo!


Sarò sincera, non mi ha fatto impazzire. Sarà che dalle recensioni che ho letto mi aspettavo di più, sarà che avendo prima visto il film (oltretutto piuttosto fedele e fatto molto bene) sono stata condizionata, ma ahimè non mi ha conquistato. La storia è avvincente, carica di emozioni, molto adrenalinica e l'idea di scoprire un nuovo mondo distopico dopo essermi innamorata degli ormai classici Hunger Games e Divergent mi è piaciuta tanto, anzi credo proprio che sia questa atmosfera di apocalisse vissuta, di mistero, crudeltà e catastrofe che mi ha accompagnato durante l'intera lettura a spingermi ad arrivare fino in fondo e sopratutto a decidere di proseguire con il secondo libro. All'incirca la prima metà del libro è carica di...angoscia. Ecco, la sensazione con la quale ho letto questo libro è stata proprio l'angoscia, credo sia per questo che non mi abbia entusiasmato. Tutti i distopici devono avere una vena oscura e carica di catastrofe, quindi non mi ritengo intollerante al genere- ripeto che ho amato Hunger Games, e quindi posso comprendere l'angoscia della catastrofe e del non lieto fine-, ma ho trovato la narrazione, lo stile di scrittura piuttosto freddo, privo di emozioni se non proprio questa pressante e imminente angoscia e paura dell'ignoto. Tuttavia nonostante questo la fame di risposte e tutti i punti interrogativi che alleggiano sono motivazioni più che valide per rimanere colpiti dalla Radura, dal Labirinto ed è quindi impossibile non lasciarsi coinvolgere dai misteri che avvolgono l'intera trama. Inoltre dal momento in cui dalla scatola, o dall'ascensore che dir si voglia, spunta una ragazza tutto cambia: il Labirinto, il macabro gioco in cui tutti i ragazzi sono coinvolti e la loro stessa esistenza legata alla Radura sta per finire, e l'unico modo che hanno per reagire e forse per sopravvivere e proprio inoltrarsi nel Labirinto stesso di cui hanno così tanta paura.

"- La fuori c'è il Labirinto- sussurrò Newt, con gli occhi spalancati, come se fosse in trance. - Tutto ciò che facciamo, tutta la nostra vita, Fagio, gira intorno al Labirinto. Ogni santo secondo di ogni santo giorno noi lo passiamo in onore del Labirinto, cercando di risolvere qualcosa che non ci ha mostrato di avere una cacchio di soluzione, sai? E vogliamo farti vedere perchè è meglio che tu non vada a metterci le mani. Mostrarti perchè quei fottuti muri si chiudono ogni notte. Mostrarti perchè non dovresti mai e poi mai portare le chiappe là fuori.-"



Anche lo stile di scrittura credo abbia inciso molto sul mio giudizio. Le idee di base, seppur con qualche critica, sono originali e accattivanti, spingono il lettore curioso ad avanzare senza dubbio fino in fondo, ma le descrizioni della popolazione che si è creata, le descrizioni della Radura stessa sono dozzinali, troppo superficiali. Già l'intera storia è un'intricata rete di misteri, di domande in cui il lettore cerca di farsi un'idea e un tracciato mentale se in più non visualizza chiaramente le ambientazioni...beh auguri! Oltretutto le molteplici domande che il lettore stesso si pone, se le fa lo stesso Thomas, peccato che più o meno per l'intera durata del libro nessuno risponde in modo esaustivo ai suoi quesiti, viene messo sempre a tacere dagli Anziani, e con l'andare del tempo diventa molto fastidioso. Io mi sono addirittura irritata, vedete voi. Vogliamo poi parlare dello slang di discutibili origini con cui parlano i personaggi? Altro che irritazione, mi stavo proprio incavolando. Pive, sploff, testa di sploff, Fagio, caspio... ma allora! Che roba è?! Oltretutto sono tutte terminologie che già dalle prime pagine compaiono a raffica, e ricordo che la situazione è tragica!

"Mi chiamo Thomas, pensò. Quella...quella era l'unica cosa che riuscisse a ricordare riguardo la sua vita. Non capiva come potesse essere possibile. I suoi pensieri furono inondati dalla consapevolezza di fatti, immagini, ricordi, e dettagli che riguardavano il mondo e il suo funzionamento. Tuttavia non sapeva da dove venisse o come fossse finito in quell'ascensore buio, o chi fossero i suoi genitori. Non sapeva neanche quale fosse il suo cognome."

Il lettore parte in sincrono con la situazione destabilizzante di Thomas, si mette nei suoi panni sentendosi quindi frastornato, confuso, pieno di domande, e in più si deve trovare a che fare con una marea di ragazzini non solo sconosciuti, ma che parlano in modo molto più che bizzarro! Ma allora!? Ripeto: molto innervosita. Come se non bastasse sembra che l'autore sia stato poco generoso anche con la descrizione dei personaggi. Sembra come se non volesse dargli modo di esprimersi in toto, anche con Thomas e Teresa che in fin dei conti sono i punti fondamentali di tutta la faccenda sembra non volere sprecarsi in descrizioni, in informazioni in più. Ho trovato quindi anche una carenza di contenuti sotto questo punto di vista, non si possono trattare i personaggi, specialmente i protagonisti, come delle semplici comparse. Voglio sapere i come, i perchè, i quando e tutto insomma! E per aggiungere una lamentela caratterizzata dal mio odioso sarcasmo: possibile che i personaggi secondari, e quindi tutti i ragazzi della radura, siano stati considerati poco meno di niente? Insomma tutto ciò che è venuto in mente di fare a Thomas in meno di un mese a nessuno dei tanti presenti è venuto in mente di fare in due anni di reclusione nella Radura? Passano un pò come degli idioti e non lo sono, basta pensare a Newt che avrei preferito fosse appronfondito forse pià di chiunque altro.

Capisco anche che avendo deciso di oscurare il passato e i ricordi di ogni ragazzo, rendendo tutto un pò anonimo e sempre misterioso, se si concedeva qualche informazione in più andava a rovinare l'aria di suspance che ha creato, ma non ha forse esagerato? Io credo proprio di sì. Ecco fondamentalmente credo che l'errore madornale dell'autore sia stato proprio quello di estremizzare in questo modo il concetto di ignoto, di mistero e anche di paura, ignorando aspetti fondamentali della storia e rendendo sin troppo faticosa e dura da digerire la lettura. Il mio voto quindi non è dei migliori, e concedo un mezzo punto perchè voglio dare fiducia alla saga e ripongo speranze nel secondo capitolo! Speriamo!



Il MIO VOTO

2 commenti:

  1. Ho recensito questo libro un po' di tempo fa e devo dire che mi trovo abbastanza in linea con il tuo pensiero. Mi piace la storia e l'idea perchè in se ha delle grandi potenzialità, ma non condivido affatto alcuni aspetti da te menzionati: il ruolo dei personaggi secondari, i quesiti senza risposta... Il linguaggio della Radura mi ha poi lasciato esterefatto. Devo però dire che la lettura del secondo libro mi ha coinvolto davvero molto, indubbiamente più del primo. Vengono date risposte e poste nuove domande. Leggerò sicuramente anche il terzo e spero che non mi deluda come per il primo libro.

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    1. Esatto, penso che le idee di base siano ottime, ma per tutti quei motivi risulta pesantuccio! Ah si? Ecco spero che il secondo non deluda le mie aspettative, speriamo bene :)

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